Pagelle Strade Bianche 2020: Wout Van Aert esemplare, Formolo e Bettiol cuore azzurro – Alaphilippe e Van der Poel sfortunati
Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 10: Semplicemente perfetto. Rimane sempre nella parte più avanzata del gruppo quando si fraziona in più tronconi, resistendo alla tentazione di partire troppo lungo quando si muovono due rivali decisamente temibili come Alaphilippe e Van der Poel. Nel gruppo di sei al comando gestisce bene le energie per rientrare su Fuglsang, ma non lascia spazio all’azione di Schachmann. Quando poi scatta sulle Tolfe, nessuno ha le gambe per restargli dietro: Bettiol rimbalza, gli altri non trovano accordo e gambe sufficienti. Arriva in una Piazza del Campo praticamente deserta da solo, mettendo il sigillo più importante in una classica finora.
Davide Formolo (UAE Team Emirates), 9: Non parte nel lotto dei favoritissimi, ma quando è nel gruppo di testa si spende con generosità per ricucire sul tentativo di Fuglsang. Sullo sterrato non ha le energie per allungare, e nel momento dell’attacco di Van Aert non è in grado di reagire. Il secondo posto finale, battendo Schachmann su un finale più adatto al tedesco, è l’ennesima conferma: Formolino è migliorato parecchio nelle classiche, e sui percorsi mossi ha poco da invidiare agli avversari più quotati.
Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), 9: Il tedesco si conferma a suo agio sugli sterrati senesi correndo da vero protagonista. Il suo attacco uscendo dal penultimo tratto sullo sterrato fa tremare molti avversari, ma viene prontamente seguito da un Van Aert in stato di grazia. Alla fine non ha più la brillantezza per rientrare sul belga, ma il podio a Siena conferma che è decisamente tra i migliori quando si tratta di districarsi su terreni ondulati.
Alberto Bettiol (EF), 8: Corsa forse troppo generosa per il toscano, che vorrebbe il colpo grosso sulle strade della sua regione e finisce con lo spendere troppo prima del dovuto: all’inseguimento di Fuglsang, a poco meno di 50 km dall’arrivo, è il più attivo, così come quando bisogna ricucire sulla coppia Schachmann-Van Aert (con l’aiuto soprattutto di Formolo). Prova a seguire il belga nel suo attacco finale, ma lo sforzo gli costa caro e finisce ai piedi del podio. La prestazione comunque fa ben sperare per le altre classiche.
Brent Bookwalter (Mitchelton-Scott), 7,5: In una Mitchelton-Scott priva di grandi nomi, lo statunitense è il jolly a sorpresa in grado di strappare un piazzamento di rilievo. Non riesce a seguire i sei che si giocano il successo finale, ma si accoda al treno Stybar e stringendo i denti recupera tanto terreno da poter poi scavalcare uno stremato Van Avermaet per cogliere il settimo posto finale. Un risultato inaspettato e di valore, in una giornata così difficile.
Michael Gogl (Team NTT), 7,5: L’altra bella sorpresa di giornata è l’austriaco, che coglie una top ten importante riuscendo a trovarsi al posto giusto nel momento giusto. L’attacco a Monte San Marie gli permette di stare davanti quando si forma un gruppo abbastanza nutrito, per poi accodarsi agli inseguitori. Collabora con Stybar nel tratto in pianura per creare un solco sui più attardati, mettendo in ghiaccio un risultato importante.
Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), 7,5: Lo svizzero è grande protagonista della corsa con una fuga solitaria che movimenta la situazione a lungo. Pur sotto l’impressionante calura senese, resiste anche quando alcuni dei protagonisti provano a muoversi per avvicinarsi, salvo poi rialzarsi poco prima del rientro del gruppo. Una prestazione da sottolineare, in condizioni davvero difficili.
Jakob Fuglsang (Astana), 7: Dimostra forse un po’ troppa intraprendenza quando decide di provare l’allungo solitario a circa 50 chilometri dal traguardo. La sua azione di fatto spacca la corsa e seleziona il gruppetto che si è giocato il successo, ma nel finale sembra togliergli le energie per cercare di tornare sul podio. Il quinto posto è comunque uno squillo importante, che conferma quanto il danese sia un corridore polivalente.
Greg Van Avermaet (CCC), 6,5: Gli manca giusto un po’ di condizione per rimanere con i migliori nel finale. Il belga corre in maniera attenta, ma è spesso chiaro che non è al massimo della forma e fatica sotto il sole cocente. Quando perde contatto in uno degli ultimi tratti di sterrato va presto alla deriva, perdendo contatto anche da Stybar e Bookwalter. L’ottavo posto finale forse non è il massimo, ma non è un cattivo piazzamento da cui ripartire.
Stefan Küng (Groupama-FDJ), 6,5: Terminare quattordicesimo in una giornata così difficile dopo essere rimasto attardato a causa di una caduta dimostra una volta di più il gran carattere dello svizzero, che è riuscito ad agganciarsi al secondo gruppo inseguitori nonostante molta sfortuna.
Diego Rosa (Arkea-Samsic), 6,5: Sfrutta bene l’occasione da capitano chiudendo la top ten. Non riesce a rimanere con il gruppo dei migliori, ma tra gli staccati riesce a distinguersi e ad andare in avanscoperta per prendersi un decimo posto ottimo per il morale.
Zdenek Stybar (Deceuninck-Quick-Step), 6: L’impressione è che perda l’attimo per accodarsi al sestetto che si invola verso il successo finale. Prova un eroico inseguimento che lo porta a riprendere Van Avermaet, ma ormai gli altri cinque sono troppo lontani. La condizione è ottima, e forse anche per questo il rimpianto è maggiore.
Bob Jungels (Deceuninck-Quick-Step), 6: Prova a movimentare la corsa con un attacco da lontano, che provoca qualche accelerazione in gruppo di risposta. Quando però la corsa entra nel vivo il lussemburghese scompare e non riesce a entrare nella lotta per le posizioni che contano, finendo anzitempo la sua esperienza.
Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step), 5,5: Attacca a circa 80 chilometri dal traguardo per animare la corsa, venendo ripreso poco dopo da un gruppo che non può concedergli troppo spazio. Il coraggio e la sfortuna che gli ha fatto spendere energie in un momento chiave della corsa a causa di una foratura attenuano l’insufficienza, che sarebbe stata inevitabile per non essere riuscito a piazzarsi.
Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), 5,5: Il talento neerlandese attacca con il suo consueto coraggio insieme ad Alaphilippe: quando viene ripreso dal plotone, è rallentato da una foratura e finisce per non avere le forze di seguire i migliori. Conclude quindicesimo, non esattamente il risultato che si attendeva da lui: anche nel suo caso, le attenuanti sono molte.
Michal Kwiatkowski (Ineos), 5,5: Si trova nel gruppo dei migliori, ma semplicemente non ha le forze di rispondere alle accelerazioni per potersi giocare la possibilità di ottenere il bis a Siena. Chiude appena fuori dalla top ten: non la zona della classifica in cui siamo abituati a vederlo, ma essendo la corsa della ripresa ci si può anche accontentare.
Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), 5: Il belga è uno dei possibili favoriti della corsa, ma non si fa mai notare. Di certo preferisce corse più lunghe e in condizioni climatiche decisamente differenti, ma il primo appuntamento non ha portato segnali positivi.
Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), 5: Un altro grande assente. Mentre il suo compagno di squadra Schachmann lotta per il successo, non si vede mai nella lotta e non si aggancia al treno giusto. L’insufficienza più grave non arriva solo perché il clima afoso è un’attenuante per tutti.
Tiesj Benoot (Team Sunweb), sv: Una caduta pone fine ai suoi sogni di ripetere il successo del 2018, sebbene in condizioni molto diverse. Sarebbe stato interessante vedere se la sua condizione è simile a quella che gli ha permesso di essere protagonista alla Parigi-Nizza: peccato.
Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), sv: Impossibile giudicare la prestazione del siciliano, che fora due volte e rimane coinvolto nella maxi caduta prima di entrare nelle fasi calde della corsa. Non il ritorno che sognava: la speranza è naturalmente che non ci siano conseguenze fisiche.
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